Per chiunque fosse nuovo del mondo della cannabis terapeutica, la comprensione della pianta e di come agisce sul corpo può sembrare estremamente complicata. Non solo la cannabis contiene più di 400 molecole, tra cui cannabinoidi, terpeni e flavonoidi, ma ne esistono anche innumerevoli varietà, con nomi esotici come Sour Diesel, Amnesia e Afghan Kush. Aggiungendo anche due sottospecie, chiamate Cannabis Sativa e Cannabis Indica, non sorprende che i pazienti siano in uno stato di confusione prima ancora di aver iniziato.
Sativa e Indica: Qual è la differenza?
Storicamente, la divisione della cannabis in Sativa ed Indica è stata importante per identificare gli effetti contrastanti che la pianta produce nel corpo. La sativa è associata con uno stato di sballo cerebrale ed euforia, mentre l’indica si ritiene produca rilassamento fisico, sensazione di sballo, talvolta conosciuta come “couch-lock”.
Il termine ‘Sativa’ deriva dal latino di coltivato, che già ci fornisce un indizio sui suoi primi usi. La sativa era solitamente coltivata in Europa e Asia Occidentale per i suoi semi, oli e fibre. La parola ’‘Indica’ è anche latina, ma in questo caso ha il significato ‘dell’India’, e veniva utilizzata dagli uomini per i suoi effetti psicoattivi, spesso in contesti spirituali.
Le sottospecie Sativa ed Indica possono anche essere differenziate in base alla loro altezza, alla forma delle foglie ed agli aromi. La sativa è più alta, con foglie strette e con un aroma terroso; l’indica invece è tozza, con foglie larghe e si ritiene che abbia una fragranza più dolce.
La sativa possiede più THC dell’indica?
Per molti anni, la differenza tra lo sballo energetico della sativa e la sensazione di rilassamento corporale associata all’indica venne attribuita alla predominanza di due principali cannabinoidi: THC (Tetraidrocannabinolo) e CBD (Cannabidiolo). Si riteneva che le varietà Sative fossero predominanti in THC, mentre le indiche contenessero più CBD.
Al giorno d’oggi però si sa che questa spiegazione non è più veritiera. La maggior parte degli oli di CBD sul mercato infatti vengono estratti da cannabis Sativa, contenente meno dello 0.2% di THC, anche conosciuta come canapa industriale.
Proprio lo scorso anno, la rivista online sulla cannabis Leafly si unì al dibattito Indica/Sativa, conducendo una serie di analisi di laboratorio indipendenti, che mostrarono come sia le varietà Sative che le Indiche tendono a possedere quantità simili di entrambi i cannabinoidi, THC e CBD. Questi risultati lasciano aperta la questione di, se la differenza tra Sativa e Indica non riguarda il rapporto THC/CBD, quale potrebbe essere l’altro fattore che induce i loro effetti contrastanti?
La questione dei terpeni
Un indizio importante proviene dagli aromi distintivi associati alle varietà Indiche e Sative, prodotti da una classe di composti organici chiamati terpeni. La maggior parte di noi è familiare con l’aromaterapia a base di oli essenziali, come quelli della lavanda, dei neroli, del rosmarino e dell’eucalipto, che sono conosciuti per la capacità di generare cambiamenti fisiologici nel corpo. La maggior parte di questi oli condividono gli stessi terpeni presenti nella cannabis.
Ad oggi si crede che il terpene mircene è il principale motivo per cui le varietà indiche possiedono il loro predominante effetto rilassante sul corpo, dal momento che il terpene si trova in maggiore abbondanza rispetto alle varietà Sative. Il mircene, anche presente in mango, basilico, verbena, luppolo e citronella, è un antinfiammatorio e analgesico naturale. La Steephill Labs, negli Stati Uniti, ha suggerito che quando i livelli di mircene superano lo 0.5% nella pianta di cannabis, il famoso sballo corporale o ‘couch-lock’ viene raggiunto. Non sorprende infatti che pazienti con dolore cronico, spasticità muscolare o disturbi del sonno preferiscano le indiche.
Le varietà sative, d’altro canto, tendono a presentare maggiori livelli di limonene, comunemente presente nei frutti citrici. Il limonene ha mostrato l’abilità di migliorare l’umore, possiede proprietà antimicotiche ed allevia il reflusso acido.
Varietà indica o sativa: Quale dovrei scegliere?
Mentre molti degli estratti di cannabis medica non si differenziano in indica o sativa, incentrati invece sui rapporti di THC/CBD, i pazienti si trovano d’avanti ad un vasto assortimento di varietà in un dispensario di cannabis e sono spesso costretti a rispondere alla stessa domanda: preferisci Sativa o Indica?
Qui evidenziamo alcuni punti chiave da tenere in considerazione prima di decidere:
- Devo rimanere in allerta dopo aver consumato cannabis terapeutica? In questo caso, scegliere una varietà Sativa è preferibile.
- Consumerò cannabis medicinale prima di andare a letto? Una varietà Indica è opportuna.
- Possiedo una tendenza all’ansia? Le varietà Sative alte in THC possono causare stati di paranoia e generare ansia, quindi un’Indica più rilassante potrebbe essere una buona scelta.
- Sto cercando di rilassare i miei muscoli o il corpo in generale? Qui l’effetto ‘couch-lock’ prodotto dal mircene nelle varietà Indiche potrebbe adattarsi alle tue necessità.
Per concludere, se ti stai chiedendo se provare una varietà di cannabis Sativa o Indica per i tuoi problemi di salute, forse una domanda più pertinente dovrebbe essere riguardare il profilo terpenico. Sfortunatamente, a meno che non si acquisti un prodotto accompagnato da test di laboratorio, ciò è quasi impossibile. Tuttavia, è sempre utile chiedere consiglio al tuo medico prescrittore o al dispensario.
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