L’anandamide è un endocannabinoide appartiene alla classe degli amidi degli acidi grassi [1]. La parola “ananda” deriva dal sanscrito e significa beatitudine, poiché produce felicità.
L’anandamide interagisce con i recettori CB1 nel sistema nervoso e CB2 nel sistema nervoso periferico. L’anandamide è conosciuta anche come “la molecola della meraviglia”, dato che è una sostanza prodotta in maniera naturale dal nostro corpo. Normalmente migliora l’umore quando si lega ai neurotrasmettitori [2]. Inoltre, possono osservarsi similitudini nella struttura dell’anandamide rispetto a quella del THC, dato che è un cannabinoide con benefici terapeutici che attiva ugualmente il recettore CB1.
Come agisce l’anandamide?
L’anandamide può fissarsi ai recettori cannabinoidi del nostro corpo, nonostante sia una sostanza molto debole che si discompone in modo rapido. L’anandamide si sintetizza nelle zone del cervello dove è gestita la memoria, la motivazione, i processi cognitivi superiori ed il controllo del movimento. In questo modo l’anandamide influisce sui sistemi fisiologici come il dolore, la regolazione dell’appetito, il piacere e la ricompensa.
L’anandamide ed i recettori CB1 possiedono un ruolo cruciale nell’ovulazione, così come nell’implantazione del gameto fecondado nell’endometrio, o nel rivestimento uterino. Nello specifico è stato dimostrato che sono necessari alti livelli di anandamide per il successo dell’ovulazione e che livelli più bassi sono vantagiosi durante l’impianto del gameto nel rivestimento dell’utero. Lo stesso studio [3] indicò anche che i livelli di anandamide sono alti tra la 4ª e 5ª settimana di gestazione, mentre scende a livelli molto più bassi durante la 6ª settimana. L’AEA, in differenti gradi di concentrazione, è decisiva per il ciclo ripoduttivo ed il corretto sviluppo del feto, durante le prime settimane di gestazione.
Un studio del 2017 [4] ha comprovato gli effetti dell’anandamide nella motivazione e nell’effetto ricompensa. Con differenti possibilità di scelta e dopo aver ricevuto un’iniezione di anandamide, i topi dimostrarono di scegliere in modo più rapido e di essere più motivati nel scegliere la soluzione migliore.
La relazione dell’anandamide con la cannabis terapeutica
Come avviene con il THC, l’anandamide provoca una sensazione di felicità. Fino ad ora non è stato evidenziato con precisione il funzionamento dell’anandamide negli animali e nel corpo umano. Tuttavia, dopo aver scoperto il sistema endocannabinoide, si osservò che l’anandamide può influire ed interagire con i recettori del nostro corpo come fanno alcuni cannabinoidi della pianta di cannabis. D’altra parte, vari studi hanno confermato la sua relazione molto stretta coi cannabinoidi ed i recettori cerebrali [5], anche se non sono stati spiegati i suoi effetti psicoattivi.Bibliografia sulla Anandamide
[1] D. Matthew Walentiny et alt. The endogenous cannabinoid anandamide shares discriminative stimulus effects with ∆9-tetrahydrocannabinol in fatty acid amide hydrolase knockout mice. European Journal of Pharmacology Volume 656, Issues 1–3, 10 April 2011, Pages 63–67
[2] J Neurochem. Anandamide, a brain endogenous compound, interacts specifically with cannabinoid receptors and inhibits adenylate cyclase. Vogel Z, Barg J, Levy R, Saya D, Heldman E, Mechoulam R ,1993.
[3]Mona R. El-Talatini, Anthony H. Taylor, et al. “Fluctuation in anandamide levels from ovulation to early pregnancy in in-vitro fertilization-embryo transfer women, and its hormonal regulation.” Human Reproduction, Volume 24, Issue 8, 1 August 2009, Pages 1989–1998, https://doi.org/10.1093/humrep/dep065
[4] Pharmacology Biochemistry and Behavior, Volume 158, July 2017, Pages 14–21. Effects of anandamide administration on components of reward processing during free choice. Luke C. Zona, Benjamin R. Fry, Jacob A. LaLonde, Howard C. Cromwell.
[5] Devane, William A., et al. Isolation and structure of a brain constituent that binds to the cannabinoid receptor. Science, vol. 258, no. 5090, 1992, p. 1946+. Academic OneFile, Accessed 26 May 2017.