L’osteoartrite, o artropatia degenerativa cronica, è una degenerazione della cartilagine delle articolazioni, senza infiammazione o infezione. All’interno dell’articolazione, la cartilagine si rompe e scompare, con una conseguente crescita ossea, che interferisce con il movimento. Questa è un’alterazione veramente frequente e circa l’85% delle persone maggiori di 70 anni è colpito da questa condizione. Si caratterizza per la difficoltà a compiere movimenti e per un quotidiano dolore. Un trauma ripetitivo (meccanico), l’obesità (metabolico) o la menopausa (ormonale) sono le cause più comuni dell’osteoartrite.
L’artrite è un’infiammazione acuta o cronica delle articolazioni del corpo, senza un danno cronico della cartilagine. In aggiunta, quando solo un’articolazione è colpita, la corretta terminologia è monoartrite, quando da due a quattro articolazioni sono danneggiate si parla di oligoartrite e quando le articolazioni colpite sono molte, si conosce come poliartrite. È caratterizzata da un grave dolore tendineo, rossore, sensazione di calore, gonfiore, dolori corporei e rigidità. La sua origine può essere: infettiva o reumatica (reumatoide: è una malattia autoimmune che può avere molte manifestazioni extra-articolari).
La poliartrite reumatoide è la prima poliartrite cronica, che colpisce oltre 60 milioni di persone in tutto il mondo, principalmente adulte. I meccanismi che portano ad un’emergenza possono essere genetici ed ambientali. Una disfunzione del sistema immunitario attiva le cellule che normalmente difendono il corpo dalle infezioni e crea anticorpi che attaccano la membrana sinoviale, il tessuto che protegge le articolazioni dalla rottura, causando un danno alla cartilagine, ai tendini del muscolo ed alle ossa. In aggiunta, le zone di giuntura tra le ossa finiscono per presentare deformazioni.
La cannabis medica come trattamento dell’osteoartrite
Gli esseri umani possiedono un Sistema Endocannabinoide (ECS), che include ligandi e recettori endogeni. Questi recettori lavorano anche con il cannabidiolo o il tetraidrocannabinolo (le sostanze chimiche presenti nella pianta di cannabis). Questa interazione causa cambi nelle cellule delle parti principali del corpo. L’attivazione è essenziale per permettere un normale funzionamento del corpo.
Il Cannabidiolo (CBD) è responsabile di molte proprietà terapeutiche. Viene utilizzato per trattare l’infiammazione, l’ansia, la nausea, le convulsioni ed il dolore, tra i vari sintomi.
La comunità scientifica riconosce che il CBD può attivare i recettori cannabinoidi nei mammiferi, senza effetti collaterali o psicoattivi.
Studi recenti hanno mostrato un attivo coinvolgimento del Sistema Endocannabinoide nel percorso fisiologico dell’osteoartrite. I risultati rinforzano l’interesse nell’uso dei cannabinoidi terapeutici per questa malattia, specialmente per regolare le funzioni delle articolazioni e per essere un magnifico analgesico ed antinfiammatorio. Un’ulteriore pubblicazione ha mostrato evidenze precliniche che i recettori CB2 del sistema endocannabinoide siano degli ottimi recettori per il CBD e che esso attenui le cellule immunitarie periferiche e moduli la sensibilità al dolore centrale, particolarmente nelle ginocchia.
La cannabis terapeutica come trattamento per l’artrite reumatoide
Un gruppo di ricercatori ha individuato i recettori cannabinoidi (CB1 e CB2) nei tessuti e nei fluidi sinoviali nei pazienti con osteoartrite ed artrite reumatoide. Questi dati potrebbero essere un importante bersaglio d’azione per il trattamento del dolore e dell’infiammazione. Le multiple proprietà della cannabis medica la rendono particolarmente efficacie nel trattamento di varie malattie, finché utilizzata con il giusto dosaggio e con prodotti di qualità.