Una dose giornaliera di cannabis potrebbe contrastare il deterioramento cognitivo durante la vecchiaia

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Il tempo passa e noi cresciamo. Lo nota il nostro corpo perché, con gli anni, perde forza ed energia, e questo succede anche al nostro cervello. E uno dei sintomi della vecchiaia è il deterioramento cognitivo. Come frenare questa situazione? Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bonn propone di assumere una piccola dose giornaliera di estratto di cannabis per ridurre, o perfino contrastare, il deterioramento cognitivo che si produce con gli anni.

Questa proposta nasce in seguito ad alcune prove con topi grazie ai quali gli scienziati scoprirono che dosi regolari di THC  -uno dei principali cannabinoidi della pianta di Cannabis– aumentava la memoria e la capacità di apprendimento dei topi più anziani.

I ricercatori spiegano nella rivista Nature Medicine che diedero dosi giornaliere di THC per un mese a topi di due mesi, un anno e 18 mesi. Le infusioni di THC ebbero un gran impatto in tutti i gruppi. Mentre il rendimento dei topi più giovani crollò col THC, i topi più vecchi migliorarono ed i benefici durarono settimane dopo aver terminato la somministrazione delle infusioni. Nessuno dei topi presentò gli effetti psicoattivi che normalmente si manifestano con il THC.

I risultati sono stati accolti con entusiasmo e il team di ricercatori spera di trovare un trattamento con cannabis terapeutica che possa frenare il deterioramento cognitivo che si produce durante la vecchiaia. Per questo hanno deciso di realizzare una prova clinica con umani alla fine del 2017.

Cannabis medicinale e demenza

L’Alzheimer è la forma più comune di demenza. Negli ultimi anni, gli studi che hanno dimostrato la propensione dei cannabinoidi ad esercitare un effetto neuro protettore hanno ricevuto un gran interesse come nuovo metodo per contrastare i sintomi delle malattie neurodegenerative. Nei cervelli dei pazienti con Alzheimer sono state evidenziate alterazioni nei componenti del sistema cannabinoide, suggerendo che il sistema cannabinoide contribuisce o altera la fisiopatologia della malattia. La capacità che hanno i cannabinoidi di ridurre lo stress ossidativo e la neuro degenerazione prodotta per la proteina β-amiloide, mentre stimolano la neurogenesi della neurotrofina, sono proprietà interessanti che possono essere benefiche nel trattamento della malattia dell’Alzheimer, secondo uno studio di Campbell y Gowran*.

Anche un studio dell’Università della Florida dimostrò il potenziale del THC in relazione all’Alzheimer. Si scoprì che dosi molto basse di questo cannabinoide possono ridurre la produzione della proteina evidenziata precedentemente e la sua accumulazione **. Per questo motivo, i cannabinoidi offrono effetti differenti nel trattamento della malattia dell’Alzheimer, dalla neuro protezione alla riduzione della neuro infiammazione. Allo stesso tempo, appoggiano i meccanismi di riparazione intrinseca del cervello mediante l’aumento della neurotrofina.

* Campbell, V.A., & Gowran, A. (2007). Alzheimer-Erkrankung; Mit Cannabinoiden die Kante abnehmen. Britische Zeitschrift der Pharmakologie, 152 (5), 655-662.

** Cao, C., Li, Y., Liu, H., Bai, G., Mayl, J., Lin, X., … & Cai, J. (2014). Die potenziellen therapeutischen Wirkungen von THC auf die Alzheimer-Krankheit. Journal of Alzheimer’s Disease, 42 (3), 973-984.

 

About Nuria

Cannabinoid expert. Copywritter focused on medical information. Searching for the last investigations of medical cannabis around the world.

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